giovedì 31 ottobre 2013

Si è conclusa alla biblioteca di Mortara, la mostra collettiva delle socie di OrSolArt:

domenica 19 maggio 2013

Orsolart a "Chiamamilano"


L’associazione OrSolArt espone a "Chiamamilano" una serie di disegni frutto di percorsi  solo apparentemente lontani. I lavori  sono, infatti, quelli di un gruppo di donne,  detenute nel carcere di SanVittore e  quelli di Augusta Belloni, affetta da una rara malattia genetica, che le toglie autonomia.
I disegni delle detenute, sono stati elaborati nel corso dell’iniziativa “Io e le altre, ritratti senza sbarre”. In tale sede, venivano invitate a ritrarre se stesse e le compagne, senza seguire nessuno schema particolare, ma cercando  piuttosto di  cogliere, tradurre e interpretare, emozioni, desideri, speranze e tratti caratteriali e fisici (riuscendoci, a volte, con sintesi graffiante).
Parallelamente, Augusta Belloni riesce a trasmettere emozioni chiaramente percepibili negli occhi delle sue modelle: le immobili bambole cui ha scelto di dar vita. Strumenti, realtà e risultati diversi, certo. Con l’unico obiettivo, tuttavia, di documentare come le donne vivono e reagiscono a realtà anche difficili, superandole per guardare oltre.
Per quanto difficile possa essere.

venerdì 1 marzo 2013

E' in corso il progetto "Io e le altre" presso il carce di S. Vittore


Lo scopo degli incontri sarà quello di spingere le partecipanti a parlare di sè, prima ancora di rappresentarsi, sollecitandole ad osservarsi, e ad osservare le altre donne. Ciascuna di loro sarà invitata a raccontare cosa le piace di se stessa e cosa no, cercando di mantenere una certa leggerezza. Le donne saranno libere di parlare solo del proprio aspetto esteriore, ma se ne sentiranno la necessità, anche del loro aspetto più profondo, di quello che vorrebbero essere, dei desideri, i dolori, la felicità, la rabbia, ecc. 
Quando chiederemo alle donne di raccontare come vedono le altre, le inviteremo invece
a focalizzare l’attenzione solo sugli aspetti positivi ed esteriori, per evitare possibili tensioni.
Quindi potranno raccontare anche gli aspetti negativi di sé, ma delle altre solo quelli positivi.

Il nostro scopo sarà quello di cercare di facilitare il dialogo tra le donne, sviluppando, ove possibile, potenzialità creative. E’ da non sottovalutare il fatto che individuare i propri lati positivi o quelli delle altre donne, potrebbe rappresentare una pillola di sicurezza e di autostima.

Una volta scelta la tecnica e i colori preferiti, la prima donna realizzerà il proprio autoritratto, senza guardarsi allo specchio, mentre tutte le altre le faranno un ritratto. Per ogni incontro avremo quindi un autoritratto e tanti ritratti.
Ogni incontro, una donna diversa, ogni volta una protagonista.
Sarà interessante commentare le diverse visioni dello stesso soggetto.

Paul Klee disse che l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.
E’ quindi importante che i lavori non vengano intesi come rappresentazione fedele di una realtà fotografica, ma come pura e semplice emozione o mezzo per suscitarla.
La creatività diventerà così espressione di libertà e possibilità di infrangere le regole, perché per lei le regole e il tempo non esistono.


Se le donne vorranno e se la direzione del carcere ce lo consentirà, al termine degli incontri, potremo realizzare una mostra, con sede da definire, con tutte le immagine delle donne, accompagnate magari anche da un’ulteriore rappresentazione, quella fotografica.